Questa è più che altro una regola una regola numero 0, ma se vuoi apprezzare il gioco nella sua interezza devi studiare la storia di Lorenzo il Magnifico, comprendere quale sia il pensiero che è alla base della cultura umanista che ha contribuito a formare, esserne grato e soprattutto, sognmare come lui ha sognato.
Un' opera senza dubbio rappresentativa è il " Corinto", poemetto bucolico composto nel 1486 e pesantemente influenzata dalla poetica virgiliana.Attraverso il lamento del passionale protagonista omnonimo, il poeta smaschera l' apparente gaiezza dell' edonismo imperante della sua epoca, rivelando come in realtà, essa celi una maschera di tristezza e malinconia senza fine. Esattamente però come nel Leopardi è solo apparentente un pessimisismo disilluso. In realtà è un canto si malinconico, ma di un prode cercatore della vita e dell' amore.Una disamina rappresentativa è in questi versiSol Corinto pastor ne' boschi folti
cantava per amor di Galatea
tra' faggi, e non v'è altri che l'ascolti:
né alle luci lacrimose avea
data quiete alcuna, anzi soletto
con questi versi il suo amor piangea:
? O Galatea, perché tanto in dispetto
hai Corinto pastor, che t'ama tanto?
perché vuoi tu che muoia il poveretto?
Qual sieno i mia sospiri e il tristo pianto
odonlo i boschi, e tu, Notte, lo senti,
poi ch'io son sotto il tuo stellato ammanto.
Sanza sospetto i ben pasciuti armenti
lieti si stanno nella lor quiete,
e ruminando forse erbe pallenti.
Le pecorelle ancor drento alla rete,
guardate dal can vigile, si stanno
all'aura fresca dormienti e liete.
Io piango non udito il duro affanno,
i pianti, i prieghi e le parole all'ugge:
che, se udite non son, che frutto fanno?
Deh, come innanzi agli occhi nostri fugge,
non fugge giù davanti dal pensiero!
ché poi più che presente il cor mi strugge.
Come già il Sommo Poeta con Beatrice o come nel Cantico dei Cantici, qui non vediamo l' amore come oggetto del desidero brutale e puramente erotico che caratterizza il pensiero di oggi, ma bensi come volontà di perfezionamento e di non resa, non a casi negli ultimi versi il cantore assume su se simbolicamente il dolore e la malinconia della disillusione amorosa. Se capirete questo vi approccierete al gioco con una foma mentis differente. Ah, vien da se: studia anche il Rinascimento.