Inside è un gioco prodotto dalla software house Playdead già autrice qualche anno fa dell'apprezzato Limbo. Le somiglianze tra i due prodotti sono molte: gameplay, atmosfera cupa, musica minimale e un ragazzino come protagonista che, nel gioco Inside, indossa una maglia rossa come unico tratto caratteristico.
La particolarità di questo gioco (e di Limbo prima di lui) è che per capire la storia raccontata, bisogna affidarsi all'interpretazione degli scenari attraversati. Non ci sono scene di intermezzo, né dialoghi o scritte che ci danno notizie su dove ci troviamo e quale sia il nostro scopo. Sono i luoghi a raccontare qualcosa. Le atmosfere a tinte grigie, i lunghi silenzi interroti dai passi ritmici del ragazzino che scappa, capannoni fatiscenti, macchinari abbandonati, lunghe file di persone lobotomizzate.
Apparentemente non c'è scopo da raggiungere, ma l'incertezza non penalizza l'empatia del giocatore, anzi, aumenta l'immedesimazione nel protagonista che si ritrova semplicemente a dover andare avanti e sopravvivere. Inside è una distopia che si affida alla sensibilità di chi gioca per contestualizzare la narrazione.