Come giocare a Janggi
Introduzione
Il gioco del Janggi rappresenta una delle antiche versioni degli scacchi moderni, sebbene con regole diverse rispetto ad altri predecessori come quelli indiani (Chaturanga) e quelli cinesi (Xiangqi). È giocato in Corea ancora tutt'oggi, con campionati per esperti ma anche per principianti, sebbene sia stato anche esportato nel resto del mondo, trovando giocatori che si sono appassionati proprio per la particolare strategia che viene richiesta dalle regole.
Componenti
Il tavoliere presenta una scacchiera monocolore composta da una griglia di 8x9 caselle, ma in questo gioco le pedine muovono sulle intersezioni anziché sui quadrati, quindi un totale di 9x10 intersezioni, disposta tra i due giocatori con le 9 verticali allineate tra loro. Lungo la linea verticale centrale, nell'intersezione con le prime due linee orizzontali, sono presenti due diagonali per ogni direzione, che compongono una zona grande 2x2 caselle chiamata Palazzo. I pezzi sono invece rappresentati da pedine circolari oppure ottagonali, sulle quali è scritto in coreano il nome del pezzo che rappresenta. I due schieramenti vengono chiamati Cho, solitamente di colore verde o blu che inizia sempre per primo, e Han, solitamente di colore rosso con le scritte in coreano in corsivo per meglio diversificarsi dall'altro schieramento. Nelle versioni più moderne, le pedine possono assumere le forme di ciò che rappresentano oppure recare un simbolo anziché la scritta in coreano.
I pezzi e lo schieramento
La maggior parte dei pezzi differiscono da quelli degli scacchi moderni. A partire dalla prima orizzontale che il giocatore vede davanti a sé, lo schieramento comprende vari pezzi. 2 Carri alle due estremità, muovono in orizzontale o verticale di qualsiasi numero di intersezioni, esattamente come la torre degli scacchi moderni. Subito a seguire, schierano 2 Cavalli, ciascuno subito dopo i Carri, che muovono di un passo in orizzontale o verticale e un passo in diagonale; tale movimento non può essere eseguito se vi sono pedine nell'intersezione intermedia. Dopo i Cavalli schierano gli Elefanti, che possono muoversi di un passo lungo l'orizzontale o la verticale e due passi consecutivi lungo le diagonali; non possono eseguire questo movimento se vi sono pedine nelle intersezioni intermedie. Di seguito agli Elefanti, lungo le intersezioni dei lati del Palazzo, schierano le 2 Guardie, che possono muoversi di un passo in qualsiasi direzione (anche in diagonale), ma senza uscire dalla zona Palazzo. Sulla seconda linea orizzontale, lungo la verticale di mezzo che segna il centro del Palazzo, schiera il Generale, che si muove come le Guardie e anch'esso non può uscire dal Palazzo. Sulla terza linea orizzontale, nell'intersezione con la seconda e la penultima verticale, schierano i Cannoni, che muovono in orizzontale o verticale di qualsiasi numero di intersezioni, ma a condizione che vi sia un altro pezzo sul suo tragitto (proprio o dell'avversario), che non sia un altro Cannone; nel suo movimento può sorvolare altri pezzi ma non può mai essere il primo pezzo a muoversi. Nella quarta fila orizzontale, schierati nelle intersezioni di ogni due linee verticali, giocano i 5 Soldati, che possono muovere di 1 passo in orizzontale o in verticale.
Regole particolari, cattura e vincita
Quando un pezzo arriva nella zona Palazzo, può muovere anche sulle diagonali segnate sulla scacchiera. Due o più propri pezzi non possono occupare contemporaneamente la stessa intersezione. Catturare (o "mangiare") un pezzo avversario significa, similmente negli scacchi moderni, porre il proprio pezzo sull'intersezione dove vi è quello avversario, eliminandolo quindi dal gioco. Il vincitore della partita è colui che riuscirà ad eliminare il Generale avversario.
Pareggio, stallo e regola del bikjang
Mentre negli scacchi moderni può capitare uno stallo che porti un pareggio come fine partita, nel Janggi questo non può accadere. Quando c'è uno stallo da parte di un giocatore, questo deve saltare il turno e se nessuno dei due giocatori ha abbastanza pezzi allora la partita termina in un pareggio. Inoltre uno dei due giocatori può eseguire la mossa del bikjang, ossia allineare il proprio generale con quello avversario in modo che la visuale tra i due non sia ostruita; in questo caso l'avversario può o chiamare un pareggio o rompere questa condizione ponendo un proprio pezzo tra loro se gli è possibile, ma se non lo farà sarà il giocatore ad aver creato il bikjang a chiamare il pareggio e ciò può rivelarsi utile per evitare di perdere la partita. In molti tornei coreani non è comunque ammesso alcun pareggio, attenendosi a delle speciali regole da torneo per sbrogliare questa situazione con l'ausilio di un arbitro.
Consigli
- Come negli scacchi moderni, anche nel Janngi occorre una buona strategia e la possibilità di riuscire a prevedere le mosse dell'avversario.
- Rispetto agli scacchi moderni, c'è una difficoltà aggiuntiva per chi difende: il Generale non può uscire dal palazzo. Occorre quindi pianificare delle barriere e delle morse che chiudono ed impediscono al nemico di entrare nel Palazzo.